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Giulietta e Romeo. Giovani eroi ribelli

La novella di Romeo e Giulietta fino a Shakespeare

La storia d’amore più rappresentata nel mondo è stata scritta tra il 1594 e il 1596 da William Shakespeare nel pieno della stagione d’oro del teatro elisabettiano.

Anche se la storia dei due innamorati contrastati dalla famiglia è una storia che trova moltissime declinazioni sin dall’antichità, Shakespeare si ispira ad alcune opere precedenti scritte da autori italiani, come il vicentino Luigi Da Porto.

I Montecchi e i Cappelletti erano infatti due importanti famiglie veronesi la cui rivalità aveva portato morte in ambedue le fazioni.

Fu Matteo Bandello (1485-1561) che inserì la vicenda di Da Porto nelle sue Novelle, tradotte successivamente in francese e in inglese. E questa fu la versione che ispirò la tragedia di William Shakespeare.

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La svolta eroica di Romeo e Giulietta

Se la novella di Bandello risuonava di intenzioni moraleggianti mostrando ai giovani cosa succede a dare sfogo alle proprie passioni disobbedendo ai genitori, Shakespeare accoglie la storia cambiandone il senso. Trasforma i due innamorati in eroi positivi e sfortunati.

Il loro amore rappresenterà nei secoli a venire la purezza e la forza del sentimento in una relazione fra giovanissimi, capaci di andare contro l’ordine costituito, di opporsi alla violenza e agli scontri delle famiglie avversarie. Anche a costo della propria vita.

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Romeo e Giulietta di Zeffirelli all’Old Vic

Prima di girare il film del 1968, Franco Zeffirelli aveva realizzato due versioni teatrali della celebre tragedia.

La prima era stata nel 1960 all’Old Vic di Londra dove il giovane regista aveva rotto con la tradizione per cui “recitare Shakespeare era finito per diventare un esercizio di bella e corretta dizione dei versi, senza che mai si interrogasse l’autore sulla verità delle situazioni e dei personaggi, che invece gli stavano più a cuore.” E aveva puntato invece alla sostanza drammatica dei personaggi. Aveva indagato la natura intima dei protagonisti, per mostrarli sinceri e integri sul palcoscenico.

Percependo l’universalità della creazione shakespeariana, il suo essere oltre ogni tempo, Zeffirelli tenne da subito ben presente la prima rappresentazione della tragedia. La prima Giulietta, alla presenza dello stesso Shakespeare, era in realtà un ragazzino di 13-14 anni che sicuramente esprimeva l’altezza dei versi shakespeariani molto più attraverso il vigore e l’entusiasmo dei suoi pochi anni che attraverso un’accademica e tradizionale tecnica recitativa.

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La giovinezza come forma di ribellione

Zeffirelli sceglie così di leggere Shakespeare attraverso quel “profumo che stava aleggiando tra i giovani inglesi, di ribellione, certo, ma che però portava con sé un messaggio di speranza e di gioia invece che di sconforto”.

Siamo agli inizi degli anni ’60 che preludono ai movimenti giovanili. Sono gli anni dei cosiddetti “Beatnik”, della nascita del rock: i Beatles proprio quell’anno si formavano a Liverpool e solo un paio di anni dopo Mary Quant avrebbe inventato la minigonna!

Ecco che quell’atmosfera, quel sentore della cultura giovanile, l’essenza stessa della giovinezza, quella fremente ribellione insita nell’essere umano all’alba della sua maturità, entrò di prepotenza all’Old Vic con due giovanissimi attori, Judi Dench e William Stride. In realtà fu una letteraria e filologica interpretazione del testo shakesperiano, a partire dall’essenza stessa del suo raccontare!

Lo stesso sarà nel 1964 a Verona, protagonisti Giancarlo Giannini e Anna Maria Guarnieri, nello spettacolo che portò in Italia la nuova interpretazione della tragedia shakespeariana presentata dallo stesso Zeffirelli e accolta dall’Old Vic.

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Il film nel 1968

Il film Romeo e Giulietta del 1968 portò nelle sale cinematografiche le scelte interpretative dell’opera shakespeariana che Franco Zeffirelli aveva adottato 8 anni prima a Londra per la sua prima messa in scena all’Old VIc.

Ciò che era soltanto un’intuizione agli albori degli anni ’60, adesso era divenuto realtà. La nuova cultura inglese si offriva al mondo come risposta alle nuove esigenze delle nuove generazioni.

Furono di nuovo due giovanissimi attori a interpretare i due innamorati – Olivia Hussey (15 anni) e Leonard Withing (17). Due adolescenti che nella narrazione si conobbero in un’ambientazione tipicamente adolescenziale: Romeo si era “imbucato” sotto mentite spoglie a una festa di compleanno con l’intento di “conoscere” nuove e compiacenti ragazze. Il caso lo fece poi perdutamente innamorare di Giulietta!

Fu un successo generazionale. Che seppe incarnare lo spirito del tempo, del flower – power, della pace e dell’amore.

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